Il vestito cucito dalla sarta del quartiere, il rinfresco preparato ed offerto in casa e il viaggio di nozze nella città vicina. Così si organizzavano quasi tutti i matrimoni un mezzo secolo fa.
Ora è tutto diverso, completamente.
Oggi gli sposi vogliono qualcosa di unico, di indimenticabile e non avendo tempo si rivolgono ad un wedding planner, ovvero un organizzatore di matrimoni.
Figura professionale nata in America alcuni decenni fa, con il passare degli anni ha preso piede anche in altri Paesi.
Di cosa si occupa un organizzatore di matrimoni?
Chi non ricorda Franck, wedding planner nel film “Il padre della sposa” del 1991?
Senza arrivare a simili eccessi, possiamo riassumere in poche parole il suo ruolo: tutto quello che riguarda il giorno delle nozze deve passare sotto la sua supervisione.
Chi non può andare in giro per trovare il ristorante giusto, le bomboniere adatte e tutte le mille altre piccole cose necessarie a rendere speciale quel giorno, può contattare una delle tante agenzie presenti sul mercato.
Bisogna però fare attenzione a chi si sceglie per non trovarsi con delle rose rosse sui tavoli quando avremmo preferito delle margherite, che hanno il difetto di non fare tendenza.
Un bravo wedding planner cercherà di soddisfare le richieste, che avrà attentamente annotato, senza forzare la mano ai futuri sposi.
Ascolterà i loro desideri e farà di tutto per trovare il ristorante che cucina pesce in cima ai monti se è questo che vogliono. E’ il loro giorno e devono essere felici.
Li seguirà durante l’intera l’organizzazione, senza però tempestarli di telefonate per raccontare le soluzioni che ha immaginato.
Periodicamente dovrà fare, sempre insieme, il punto della situazione per capire se sta seguendo la strada giusta per quella determinata coppia. Deve assecondare i loro gusti, non imporre i propri. Al massimo, quando le richieste sono veramente assurde o prive di gusto, può suggerire alcune modifiche.
Deve lavorare con stile ed eleganza e senza mai perdere la calma. Fare in modo che la sposa e sua madre, solitamente le due persone più in preda all’ansia, vivano questo momento con serenità e lo ricordino con gioia.
Per riuscire in questo deve avere una grande professionalità, che non si inventa sul momento. Esistono corsi e persino master che rilasciano un titolo di wedding planner, ma molto conta l’esperienza.
Non bastano tulle e fioristi del matrimonio e un organista per rendere l’evento speciale. Ogni sposa vuole, con ragione, che quel giorno sia diverso da quello delle amiche.
Al wedding planner si può chiedere tutto: location, abiti, fiori, bomboniere, lista di nozze e anche prenotazione della luna di miele oppure solo una di queste cose se gli sposi non credono di riuscire a trovare da soli la soluzione migliore.
La scelta del fotografo
Molto importante è la scelta del fotografo. Sicuramente tutti gli invitati faranno centinaia di scatti. Ma solamente un professionista può immortalare in maniera artistica i momenti salienti della giornata.
E’ ovvio pensare che anche i nuovi wedding planner, quelli che si sono appena affacciati sul mercato dei matrimoni, gli start up, hanno diritto di essere scelti per poter mostrare la loro bravura organizzativa.
Forse il modo migliore per farsi notare e quindi apprezzare, è rimanere all’interno dei confini del buon gusto. Senza eccessi ma anche senza restrizioni.
Le location: quali scegliere?
Location di classe, che si tratti di una chiesa o del salone di un comune, è indifferente, basta che non sia visibile lo stanzino delle scope. Ristorante o agriturismo che non costringano gli invitati a girovagare per i monti su strade tortuose. Centritavola che non stordiscano con il profumo eccessivo dei fiori.
Un buon allestimento richiama clienti più di mille pagine di pubblicità sui giornali. Se poi si presenta la coppia che vuole musica esclusivamente techno come sottofondo della cerimonia, basta far buon viso a cattivo gioco. Forse anche gli amici della coppia rimarranno estasiati dalle bomboniere a forma di sasso che solo quell’esperto wedding planner è riuscito a scovare chissà dove.