Quando e come richiedere la rivalutazione dell’assegno di mantenimento

Quando si affronta una separazione o un divorzio uno degli ostacoli più importanti è rappresentato dall’assegno di mantenimento per i figli e l’ex coniuge, che talvolta arriva a pesare notevolmente sul bilancio mensile di chi si trova a doverlo versare con cadenza regolare. Molti però non sanno che si può ottenere una rivalutazione dell’assegno di mantenimento e quindi una modifica delle condizioni della separazione. Ecco quali sono i casi in cui è possibile farlo e qual è la procedura da seguire.

L’assegno di mantenimento e la sua ratio

La normativa stabilisce la necessità di versare l’assegno di mantenimento in favore dei figli e dell’ex coniuge economicamente più debole che non abbia colpa nella separazione. L’obiettivo è fare in modo che la famiglia, anche se separata, possa mantenere lo stesso tenore di vita che si aveva in costanza di matrimonio. Sono però frequenti in casi in cui uno dei coniugi veda notevolmente peggiorare le proprie condizioni di vita. Proprio le difficoltà economiche da affrontare, o vecchi rancori, possono portare gli ex coniugi ad occultare parte dei redditi o comunque porre in essere comportamenti scorretti. Quando vi è tale sospetto, è possibile rivolgersi ai servizi di investigazioni private per la rivalutazione dell’assegno di mantenimento.

Come tutelarsi in anticipo con investigazioni private preventive

Le investigazioni private possono essere consultate già prima di iniziare la procedura di separazione: in questo caso, se si sospetta un’infedeltà coniugale è possibile chiedere l’aiuto dell’investigatore per avere delle prove certe di tale comportamento. Questo è molto importante perché il tradimento porta in molti casi, anche se non in tutti, alla separazione con addebito e il coniuge a cui è stata addebitata la separazione non riceve l’assegno di mantenimento, ma può avere solo l’assegno alimentare in caso di indigenza. Una volta avvenuta la separazione o divorzio dal coniuge le investigazioni private possono risultare utili per ottenere una rivalutazione o addirittura il venir meno dell’obbligo di versare l’assegno.

Rivalutazione dell’assegno di mantenimento in caso di convivenza

Fino a qualche anno fa veniva meno l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento se l’ex moglie, o marito, convolava a nuove nozze. Questo limite però portava molti ad evitare il matrimonio solo per continuare ad avere questo supporto economico, pur avendo però relazioni sentimentali stabili. L’ipotesi tipica è quella in cui il coniuge abbia iniziato una nuova relazione accompagnata da convivenza.

La Corte di Cassazione in una sua sentenza (6855 del 2015) ha stabilito che la nuova convivenza può essere equiparata del tutto, per quanto riguarda gli effetti, ad un nuovo matrimonio e quindi fa venire meno l’obbligo per l’ex coniuge di versare l’assegno di mantenimento in favore però solo del coniuge. Restano validi tutti gli oneri in favore dei figli non economicamente indipendenti. In questo caso l’aiuto dell’investigatore privato è essenziale per dimostrare con prove certe che tale convivenza è effettivamente iniziata.

Rivalutazione dell’importo dell’assegno di mantenimento

La modifica o rivalutazione dell’assegno di mantenimento si può inoltre richiedere quando le condizioni economiche di uno dei coniugi siano cambiate rispetto a quelle del momento della separazione. Solitamente si chiede l’aiuto dell’investigatore privato quando si ritiene che l’ex coniuge stia occultando parte delle sue entrate attraverso intestazioni fittizie oppure occultamento di parte dei proventi dell’attività.

In tutti questi casi le investigazioni private mirano a ricostruire il reddito reale del soggetto coinvolto. Ciò può avvenire attraverso i pedinamenti che sono efficaci soprattutto nel caso in cui si ritiene che l’ex coniuge lavori in nero. Molto più difficile, invece, ricostruire le entrate quando occorre far emergere le intestazioni fittizie. In questo caso è necessario dimostrare in modo certo che le attività produttive di reddito possano essere ricondotte all’ex coniuge che tenta di occultare parte dei propri redditi. La rivalutazione dell’assegno di mantenimento può essere chiesta anche quando cambiano le esigenze familiari, ad esempio si devono sostenere le spese universitarie dei figli o i costi di loro corsi di formazione professionale. Infine, la rivalutazione deve avvenire su base annuale in base al tasso di inflazione.

Chi può chiedere la rivalutazione dell’assegno di mantenimento

La rivalutazione dell’assegno di mantenimento può essere richiesta da chi deve versarlo. Dimostrando che l’ex coniuge ha un reddito più alto di quello dichiarato, si può ottenere una riduzione non solo dell’assegno in favore dell’ex coniuge, ma anche di quello in favore dei figli. Una riduzione può essere chiesta anche nel caso in cui siano ridotte le proprie entrate, ad esempio nel caso di perdita di lavoro o collocamento in cassa integrazione.

Non mancano i casi però in cui la rivalutazione sia chiesta da chi deve riceverlo. In questo caso si parte dal presupposto che l’ex coniuge, al fine di versare meno del dovuto, dichiari redditi nettamente inferiori al reale. Deve essere ricordato che la riduzione o l’aumento dell’assegno di mantenimento in favore di figli e ex coniuge deve essere stabilito dal giudice che ha pronunciato la separazione/divorzio, ma l’intervento dell’investigatore è essenziale per dimostrare in modo certo i presupposti della propria richiesta.

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